Gioiosa Ionica

Situata nella vallata del fiume Torbido, a metà strada tra Reggio e Catanzaro, Gioiosa è uno dei comuni più popolosi della zona. L’etimologia del nome Gioiosa non è certa, ma gli studiosi sembrano concordare che derivi dal greco ghe eliose (terra del sole).

In breve

Situata nella vallata del fiume Torbido, a metà strada tra Reggio e Catanzaro, Gioiosa è uno dei comuni più popolosi della zona. L’etimologia del nome Gioiosa non è certa, ma gli studiosi sembrano concordare che derivi dal greco ghe eliose (terra del sole).

Storia

La Calabria del VI secolo ha visto la nascita della Magna Graecia, la grande culla della cultura meridionale. Proprio ai tempi dei greci e, successivamente, al dominio romano, si fa risalire la nascita di Gioiosa, che probabilmente aveva il nome di Mystia. Di quel periodo florido rimangono il teatro e il Naniglio (che in greco vuol dire Tempio del sole). In seguito alle incursioni saracene, Mystia fu rasa al suolo e la popolazione si spostò in alto, fondando Mocta Geolosia, più tardi annessa nel feudo di Grotteria. Tra il XV e il XV secolo, l’abitato conobbe una forte espansione: furono costruiti i palazzi più importanti e anche molte chiese. Centrale anche il ruolo del castello, arroccato e difficilmente accessibile, che gradualmente perse la sua funzione militare e divenne la dimora delle famiglie Caracciolo e Carafa. A Gioiosa sorsero anche tre monasteri: il primo, dedicato a S. Basilio, antecedente alla fondazione del paese stesso; quello dei Padri Agostiniani, ancora oggi esistente, e quello dei Padri Minori Osservanti, adibito a Municipio. La crescita demografica di Gioiosa è stata accompagnata anche da un decisivo sviluppo economico, dato dall’abbondante produzione agricola nelle terre fertili denominate “Giardini” e dal commercio della seta, che resero Gioiosa uno dei più importanti centri dell’area.

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

PALAZZO AMADURI

Costruito nel XV secolo come residenza della nobile famiglia dei Condercuri, il palazzo fu ereditato dalla famiglia Amaduri nel 1694 che lo fece ampliare. Attualmente è di proprietà del comune.

PALAZZO LINARES

Il palazzo è stato costruito alla fine del Cinquecento dai Baroni Linares D'Aragona. L’edificio è dotato di un grande giardino, un portale seicentesco e numerosi ambienti di grandi dimensioni, in alcuni dei quali è possibile osservare la pavimentazione originale. L'edificio è diviso in tre livelli. La facciata principale è corredata di balconcini con ringhiera decorata da colonnine in muratura.

PALAZZO NAYMO PELLICANO SPINA

Il palazzo è il più grande edificio privato del borgo medievale all'interno delle mura difensive. L’interno del palazzo è caratterizzato da più di quaranta ambienti, tra cui una biblioteca storica ed un archivio privato riconosciuto di interesse nazionale della Sovrintendenza ai Beni Archivistici.

CASTELLO

Il castello normanno domina interamente la vallata, dalla sua posizione arroccata sul punto più alto e impervio del paese. Convenzionalmente, la costruzione si fa risalire al XIII secolo. I marchesi Caracciolo ne diventarono proprietari nel 1559 e conservarono il bene fino al XIX secolo, quando passò ai marchesi Pellicano-Barletta, attuali proprietari. Il castello è dotato di due torri, un cortile, un fossato ed un palazzo cinquecentesco annesso, usato come dimora dei feudatari.

NANIGLIO

Il Naniglio è costituito da un complesso di ruderi di una villa di epoca greco-romana risalente al II secolo - III secolo d.C. La porzione principale dell’edificio è di forma allungata, e ad esso sono collegati due corpi più piccoli. Gli scavi archeologici che hanno avuto luogo tra il 1981 e il 1986 condotti ad opera di Alfonso de Franciscis, hanno riportato alla luce tutta la sezione inferiore del complesso. Di grande interesse per l’eccezionale stato di conservazione è la grande cisterna ipogea a tre navate, alla quale si accedeva dal piano superiore tramite una scala a chiocciola. Il Naniglio conserva anche alcuni ambienti, con pavimenti a mosaico geometrico policromo e intonaco dipinto sulle pareti. Scavi condotti di recente hanno riportato alla luce altre sezioni della grande struttura ed è certo ce ne siano altre tuttora inesplorate. Nel marzo 2012, per le giornate del FAI il luogo archeologico è stato il secondo in Italia per numero di visitatori.

CHIESA DELL'ADDOLORATA

Fondata nel 1881 e aperta al culto nel 1889, la chiesa dell’Addolorata è un edificio in puro stile Neoclassico, sia all’interno che all’esterno. La facciata presenta splendide sagomature, un portone sormontato da un rosone cieco e ai lati quattro colonne decorative. L’interno è a navata unica, con pianta a croce greca. L’abside e la navata presentano decorazioni artistiche in stucco e oro realizzate da Francesco Gangemi di Seminara. Di grande valore artistico anche la cappella dedicata all’Addolorata, che ospita una Pietà lignea del 1862, scolpita a tutto tondo da Giuseppe Cavaleri di Grotteria. La chiesa ha anche un organo monumentale a 22 registri e 1400 canne.

CHIESA S. GIOVANNI BATTISTA (mATRICE(

La chiesa matrice sorge su una rupe non lontana dal castello aragonese ed è il più antico luogo di culto urbano del paese. La chiesa possedeva importanti opere d'arte, come le tele esposte a Palazzo Amaduri dopo una ricostruzione sommaria a cui l’edificio è stato sottoposto negli anni Trenta del Novecento. Degni di nota gli altari risalenti al XVIII secolo, come quello del Santissimo Sacramento, realizzato nel 1756. la chiesa possiede 13 statue raffiguranti San Giovanni Battista, San Vito, Sant'Antonio da Padova, San Giuseppe, Maria SS. del Carmelo, l'Immacolata Concezione, l'Addolorata, il Cristo Morto, Maria Assunta, San Francesco d'Assisi, Gesù redentore, l'Ecce Homo e Sant'Alfonso. Nel 1810 il già imponente edificio venne ampliato ulteriormente con l'aggiunta di una quarta navata e nel 1858 una quinta, divenendo così la più vasta chiesa della diocesi, dopo la cattedrale di Gerace.

CHIESA DEL ROSARIO

L’edificio attuale è stato costruito su un’area vicina alla vecchia chiesa del Rosario. L’edificazione ha avuto luogo tra il 1929 e il 1932. La Chiesa possiede le statue di San Francesco d'Assisi, San Nicola di Bari, La Madonna del Rosario, Padre Pio e Sant'Antonio da Padova.

CHIESA DELL'ANNUNZIATA

La chiesa è stata edificata sopra i ruderi di un precedente luogo di culto dell'Annunziata noto come Santa Maria di Maratà, fondato dai monaci basiliani nel 1594. I monaci vivevano nel monastero non lontano dalla chiesetta.

SANTUARIO S.M. DELLE GRAZIE

La struttura attuale è stata ricostruita nel 1975, in seguito alla distruzione del vecchio edificio durante un incendio. La chiesa ospita anche la figura della Madonna delle Grazie a bassorilievo, opera di un autore ignoto risalente al tardo medioevo.

CHIESA DI S. NICOLA DI BARI

L’edificio attuale, intitolato a San Nicola di Bari, fu eretto nel 1826 sui ruderi della chiesa di Santa Maria delle Grazie, crollata durante il sisma del 1783 e fu restaurato negli anni Trenta. Degno di nota è il suo altare maggiore in marmo policromo, ricostruito con pezzi di riporto dell'altare dell'antica chiesa.

SANTUARIO DI S. ROCCO

L’edificio originario, di modeste dimensioni, risale agli inizi del XVII secolo. Fu poi ampliato e abbandonato. Restaurato nel 1745, divenne parrocchia nel 1829. Nel corso del tempo ha subito vari rimaneggiamenti. L’interno oggi si presenta riccamente abbellito da stucchi e decorazioni dorate. Oltre alla statua di San Rocco, patrono di Gioiosa, la chiesa ospita le statue di Sant'Anna (opera di Rocco Bruno Murizzi), Santa Barbara, Maria Ausiliatrice (opera di Donna Gemma Incorpora), Santa Teresa di Lisieux e Santa Margherita Maria Alacoque con il Cuore di Gesù e i quadri di Maria Assunta al cielo fra San Rocco e San Sebastiano (posto sull'altare maggiore) e la Madonna del Buon Consiglio fra Santa Teresa d'Avila e Santa Rosa da Lima.

CHIESA S. CATERINA

La chiesa è stata costruita per la prima volta nel Cinquecento ed è stata dedicata alla patrona della città (prima di S. Rocco). Crollato nel 1783 a causa del terremoto, l’edificio fu riedificato nel 1799 e restaurato nel 1930 in seguito all’altro grande terremoto del 1908. La Chiesa custodisce le statue di Santa Caterina d'Alessandria (realizzata in legno e scolpita a tutto tondo da Giovanni Bonavita attivo tra il 1723 e il 1742), Santa Rita e la Madonna di Lourdes e il quadro della Madonna del Carmine tra le anime Purganti (copia dell'originale che si trova a Palazzo Amaduri).

PALAZZO AJOSSA

Edificato nel XVIII secolo per volere della famiglia Ajossa, fu progettato dal Vanvitelli. Al palazzo è stata aggiunta un’altra parte nel XVII secolo, che ha caratteristiche tipiche dell’architettura barocca. All’esterno si può osservare la facciata con il portale, le decorazioni e i particolari settecenteschi, e l’interno mantiene la divisione degli ambienti originari e ampie tracce dei dipinti e della pavimentazione con maioliche napoletane del XVIII secolo.

Dove Mangiare e Dormire

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