Palizzi

Situato tra i monti Grappida e Caruso, Palizzi ha tutte le caratteristiche di un borgo pittoresco: natura incontaminata, un castello arroccato su una rupe e un antico ponte a sella d’asino che attraversa il pacifico corso d’acqua. Sull’origine del nome ci sono diverse ipotesi: una è che derivi dalla famiglia Palizzi, mentre altre dicono che arrivi dal greco politision (piccola città) o poliscin (luogo ombroso).

In breve

Situato tra i monti Grappida e Caruso, Palizzi ha tutte le caratteristiche di un borgo pittoresco: natura incontaminata, un castello arroccato su una rupe e un antico ponte a sella d’asino che attraversa il pacifico corso d’acqua. Sull’origine del nome ci sono diverse ipotesi: una è che derivi dalla famiglia Palizzi, mentre altre dicono che arrivi dal greco politision (piccola città) o poliscin (luogo ombroso).

Storia

Secondo lo storico gesuita Cesare de Cara, il territorio di Palizzi, ancor prima dei greci, fu occupato da popolazioni provenienti dalla Mesopotamia, il cui passaggio è testimoniato dal ritrovamento di oggetti in terracotta. Sin dal periodo della colonizzazione greca, Palizzi ricoprì un ruolo fondamentale in quanto confine tra Locri e Reggio. Documenti del XV secolo attestano che il feudo di Palizzi appartenne alla famiglia Ruffo, poi agli Aragona d’Ayerbe e ai Colonna. Passò poi agli Arduino e, infine, ai De Blasio, che lo governarono fino al termine del sistema feudale. 

Come Arrivare

locri-palizzi  GPX

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CASTELLO MEDIEVALE

La costruzione dell’edificio si fa risalire al XIII o XIV secolo ad opera della famiglia Ruffo. La fortezza aveva, probabilmente, una funzione difensiva. Già alla fine del Cinquecento il castello veniva classificato come “cadente per vecchiaia”, perciò sono stati effettuati vari interventi dalle famiglie proprietarie che si sono succedute nel tempo, che lo hanno gradualmente trasformato in un palazzo residenziale. Fino agli anni Sessanta il castello è stato abitato dai baroni De Blasio, che lo abbandonarono. Dell’impianto originario rimangono due torri, una sul versante est e una sul versante opposto, le mura di cinta con i bastioni, le bocche da fuoco e alcune tracce di merli e feritoie.

FONTANA COMMEMORATIVA A BRUNO MISEFARI

La fontana, costruita nel 1973, è stata edificata a Palizzi Superiore ed è dedicata a Bruno Misefari, anarchico di Calabria. La struttura è in pietra calcarea bianca e nella roccia è posizionata una lapide marmorea nera, che contiene le ossa di Misefari.

CHIESA DI SANT'ANNA

La chiesa parrocchiale di Sant’Anna custodisce al suo interno un interessante corpus di statue, tra cui la scultura lignea della santa titolare, che si trova in fondo all’abside, risalente al 1827 e commissionata dall’ultimo barone di Palizzi, Tiberio De Blasio. Insieme a quella della Madonna, queste statue sono le prime ad essere state realizzate a tutto tondo nella diocesi di Bova. Interessante la cupola che si innesta nella navata sinistra, di chiara ispirazione architettonica bizantina, che si percepisce nell’uso del coccio per alleggerire la struttura. La chiesa ha una pianta a croce latina e mantiene alcuni elementi della struttura originaria, nonostante i restauri.

FARO DI CAPO SPARTIVENTO

Situato nel punto più a Sud della penisola, Capo Spartivento è conosciuto come Heracleum Promontorium, il Monte di Ercole. Si dice, infatti, che l’eroe greco si sia riposato dalle sue fatiche proprio qui. Il faro sorge su una collina di 64m, è stato costruito nel 1867 e restaurato nel 1910. La struttura è costituita da una torre bianca quadrangolare su edificio a un piano.

Dove Mangiare e Dormire

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PIETRAPENNATA-MONTE CERASIA-STAITI

Il percorso inizia a Pietrapennata, una frazione di Palizzi abitata da pochissime persone. La tradizione orale lega la sua fondazione ai Cavalieri di Malta. Il nome “Pietrapennata” deriva dalla Rocca di S. Ippolito, che sovrasta la frazione e ha una peculiare forma a piuma. Da Pietrapennata si avanza per 2 km su un sentiero che porta al Monastero della Madonna dell’Alica, che custodiva un’antica statua marmorea di scuola gaginiana della Vergine della Lica (oggi si trova nella chiesa dello Spirito Santo a Pietrapennata). Dal monastero si prosegue dritti fino a giungere su un altopiano privo di vegetazione. Si prosegue per un breve tratto in salita per poi prendere un sentiero che si innesta su una stradina sterrata che porta alla strada che da Staiti conduce ai Campi di Bova. Su questa strada si fa una deviazione sulla sinistra per raggiungere la cima di Monte Cerasia (1013 m). Sulla strada in salita si incontrano il Casello Forestale di Falcò e, sulla sinistra, la sorgente di acqua potabile in Località Acqua Rugiada. Al successivo incrocio si gira a sinistra su una pista tra un bosco di pini e lecci che conduce a Piano Maroprete e si prosegue sulla pista a destra che continua a salire sempre più ripidamente fino ad arrivare ad un affaccio da dove si può vedere Monte Cerasia. Si segue la pista per un centinaio di metri per poi svoltare su un sentiero a sinistra e dirigersi verso la cima di Monte Cerasia. Usciti dal sentiero si prosegue verso la sella sotto Monte Cerasìa da dove, dopo una breve salita, si raggiunge la cima. Dopo la sosta sul Monte Cerasia si ritorna indietro sulla strada sterrata principale, la si percorre in discesa, (è possibile anche prendere delle scorciatoie, che consentono di tagliare le ampie curve), fino a giungere in circa 2 ore nel caratteristico Borgo di Staiti.

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