Staiti è noto per essere il borgo più piccolo della Calabria, con i suoi 200 abitanti. Il paese sorge sulla Rocca Giambatore, che si affaccia sulla fiumara di Bruzzano. Il nome deriva dalla famiglia degli Stayti, unita agli Ajerbe d’Aragona attraverso il matrimonio di Andrea Stayti Spatafora con Ippolita d’Ajerbe.
La fondazione di Staiti è incerta, nonostante si ritiene che sia nato nel Cinquecento come luogo di avvistamento appartenente al feudo di Brancaleone, appartenente alla famiglia Ruffo. Il borgo passò alla famiglia Staiti e poi ai principi Carafa di Roccella, di cui fu proprietà fino all’eversione della feudalità.
Luoghi da visitare
La chiesa sorge sull’area di una precedente struttura sacra tardo-rinascimentale a due navate costruita verso la fine del Cinquecento. Circa un secolo dopo fu ampliata e abbellita grazie alla presenza di una comunità sempre più numerosa. I lavori iniziarono durante l’ultimo decennio del XVII secolo e si conclusero nel 1699. Sull’altare maggiore, fino alla prima metà del Novecento, era custodita una preziosa tela raffigurante l’Allegoria della Battaglia di Lepanto con i santi Nicola e Francesco; è presente anche un altare in marmo bianco di Carrara e marmi policromi del 1763, originariamente collocato nella cappella laterale attualmente dedicata a San Giuseppe.
Posta quasi all'inizio del paese, la chiesetta a unica navata risale al XIX secolo. Sulla facciata principale spicca un grande rosone a raggiera. Sopra, sul timpano sormontato dalla Croce, la scritta Sant'Anna. All'interno, dietro l'altare, è custodita la statua di Sant’Anna e quella della Madonna. L’opera potrebbe appartenere alla bottega del Mazzolo, vista la somiglianza della figura della Madonna bambina, con altre immagini scultore riferite allo stesso ambito artistico.
La chiesa di Santa Maria de’ Tridetti si trova a pochi chilometri da Staiti. L’antica chiesa, probabilmente, faceva parte di un convento di cui ormai non c’è traccia. Parte della navata centrale, così come parte delle pareti laterali e della cupola, sono andati persi per sempre. Rimangono ancora in piedi il corpo della zona presbiteriale, un piccolo accenno di cupola e la facciata d’accesso alla chiesa. La data di edificazione è incerta e si aggira tra l’XI e il XII secolo. La planimetria è tipica di una basilica: tre navate, zona presbiteriale tripartita e una cupola di stampo arabeggiante. Sulla facciata orientale sono presenti tre absidi riccamente decorate in ciottoli e laterizi, con nicchie e mattoni disposti a denti di sega e code di rondine. La chiesa, pur essendo destinata al rito greco, è punto d’incontro tra elementi orientali e occidentali che hanno prodotto meraviglie architettoniche non riscontrabili in altre aree del Mediterraneo.
Il Museo dei Santi Italo-Greci di Staiti nasce dalla collaborazione tra Istituzioni e Associazioni e testimonia la presenza dei Santi che hanno vissuto e scelto il territorio calabrese come luogo di preghiera.
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