Mistretta

Mistretta ha radici storiche profonde che risalgono all'epoca preistorica. Il suo antico nome Matastra (Città di Astarte) fa pensare a un’origine fenicia. Durante l'epoca greca, era nota come Amestratos (Αμέστρατος). Successivamente, durante il periodo romano, il nome venne latinizzato in Amestratus.

In breve

Mistretta è una delle località più storiche e culturalmente ricche dei Nebrodi, una piccola gemma artistica situata sul massiccio dei Nebrodi, circondata dal verde dei suoi boschi. Dalla sommità del suo antico castello, si può ammirare una vista che si estende fino al Tirreno e alle isole Eolie, all'Etna innevato e al rigoglioso verde delle foreste circostanti.

Storia

 La storia di Mistretta è ricca e affascinante, con origini che risalgono all’antichità, con tracce di insediamenti umani che risalgono all’età del bronzo. I Sicani, sono tra i primi abitanti conosciuti della zona. Successivamente, l’area fu abitata dai Siculi, un’altra popolazione indigena, e poi dai Greci e dai Romani. Nel Medioevo, Mistretta fu influenzata dai Bizantini e poi dai Normanni. Con l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo, la città visse un periodo di crescita e prosperità. I Normanni costruirono castelli e fortificazioni, contribuendo a consolidare il controllo sulla regione. Mistretta fu parte del Regno di Sicilia, e nel corso del tempo divenne un importante centro feudale. Dopo il periodo normanno, durante la dominazione aragonese, Mistretta continuò a prosperare grazie alla sua posizione strategica e alle sue ricchezze agricole. La città, come il resto della Sicilia, passò poi sotto il dominio spagnolo nel XV secolo. Durante questo periodo, furono costruite numerose chiese e palazzi nobiliari, molti dei quali sono ancora visibili oggi. Nel XVIII e XIX secolo, Mistretta fu sotto il controllo dei Borbone di Napoli. Con l’unificazione dell’Italia nel 1861, divenne parte del nuovo Regno d’Italia. Nel XX secolo, Mistretta, come molte altre città siciliane, affrontò sfide legate alla modernizzazione e alla migrazione. Tuttavia, la città ha saputo preservare molte delle sue tradizioni culturali e storiche. Oggi, Mistretta è conosciuta per la sua architettura storica, le chiese barocche e le tradizioni popolari, inclusi i festeggiamenti religiosi e le manifestazioni folkloristiche.

Come arrivare

Cosa vedere

CASTELLO
ARABO-NORMANNO

Il castello di Mistretta, considerato già molto antico da Polibio, è stato influenzato da varie dominazioni: romana, araba, normanna e aragonese. La prima menzione della fortezza risale al 1101, quando il conte Ruggero la donò al Demanio Regio e ne fece il proprio feudo. Re Federico d'Aragona vi soggiornò prima del matrimonio con Costanza nel 1360. Nel 1474, il castellano regio Sigismondo De Luna trascurò la manutenzione del castello, e nel 1520 la fortezza era già in rovina e utilizzata come carcere, gestito da un castellano e un portiere. Nel 1633 i cittadini di Mistretta distrussero ciò che restava, simbolo delle oppressioni del potere regio. Una frana nel 1686 cambiò per sempre la morfologia del castello, e i ruderi furono utilizzati come cava di pietra per la costruzione delle case locali fino al 1863, quando il sindaco ne vietò l'uso. Il castello di Mistretta presenta un'architettura tipica delle fortificazioni medievali siciliane, con robusti muri in pietra e torri di avvistamento. Nonostante il parziale crollo di alcune strutture, è ancora possibile osservare elementi architettonici significativi, come le mura di cinta, le torri e alcune stanze interne.

VALLE DELLE CASCATE

A pochi chilometri dal centro di Mistretta, sui monti Nebrodi in Sicilia, si trova una valle con numerose cascate di diverse altezze, attive soprattutto dall'autunno alla primavera. La cascata principale, alta oltre 33 metri, si trova in contrada Pietrebianche, e a meno di 500 metri da essa ci sono altre sei cascate, con altezze tra i 5 e i 25 metri. La maggior parte di queste cascate si trovano lungo due torrenti paralleli che provengono dalle contrade Pietrebianche, Ciddia, Riscifu e Acquasanta. Più a valle, altre due cascate di circa 7 metri ciascuna, una in contrada Ciddia e l'altra in contrada Cuttufa, formano vasche naturali ideali per una doccia estiva.

LAGO URIO QUATTROCCHI

Il laghetto Urio Quattrocchi è situato a 1030 metri di altitudine all'ingresso del Parco dei Nebrodi vicino a Mistretta. Qui si possono osservare tartarughe d'acqua, cicogne, cormorani, martore e donnole, pesci. Nei dintorni è possibile avvistare volpi, maialini neri e mucche. La natura domina questo luogo, con alberi come pini, abeti, faggi e agrifogli. Durante l'inverno, il lago ghiacciato offre uno spettacolo unico.

VILLA COMUNALE
"G. GARIBALDI"

La villa comunale Giuseppe Garibaldi è il principale polmone verde di Mistretta. In passato, questa vasta area era un orto dei Monaci Cappuccini, in cui si coltivavano piante ed erbe aromatiche. Il convento e l'orto erano originariamente al di fuori delle mura cittadine, ma nel corso del secolo XVII e successivi, l'area è stata inclusa nel centro urbano. Dopo la confisca dei beni ecclesiastici nel 1866, l'orto, insieme al convento e alla chiesa di San Francesco, ha perso la sua funzione. Nel 1868, il consiglio comunale ha deciso di trasformare l'orto in un giardino pubblico, che nel 1889 è stato dedicato a Giuseppe Garibaldi. Il parco ha anche un busto dedicato a lui, realizzato da Noè Marullo nel 1884, e una scenografica vasca con pesci e animali acquatici aggiunta nel 1879.

VILLA COMUNALE "CHALET"

La villa Chalêt è il secondo giardino pubblico della città. Abbellito da una grande vasca, si estende lungo un viale ornato da maestosi platani e fiancheggiato da diverse aiuole rialzate, ricche di piante e fiori. All'interno del giardino, si possono ammirare numerose sculture in pietra.

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CHIESA DI SAN SEBASTIANO

La Chiesa originariamente costruita nel Cinquecento aveva tre navate, un'area presbiteriale tripartita e un altare maggiore accessibile tramite una scenografica scala di nove gradini in legno dorato. Dopo il terremoto del 1967, che la danneggiò gravemente eccetto il campanile del 1676, la chiesa fu radicalmente ricostruita, completando i lavori solo nel 1999. Nel 2004, è stata aggiunta la "Croce di Luce" nel presbiterio, che accoglie il fercolo dei Li Volsi con la statua del Marullo. All'interno sono state recuperate e ricollegate colonne in pietra, capitelli, basi e archi. Nella cappella laterale destra si trova la "varetta", opera della prima metà dell'Ottocento, che custodisce la reliquia del Santo e i ceri votivi donati dai fedeli. La "varetta" precede la Vara nelle processioni del 20 gennaio e 18 agosto. La facciata a tre arcate del 1823 è ornata da sculture in pietra arenaria, la più significativa delle quali raffigura il martire con l'armatura militare. Gli stucchi di Noè Marullo, realizzati tra il XIX e il XX secolo, sono di notevole pregio.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI

La Chiesa di S. Lucia, costruita nel XII secolo, aveva una disposizione diversa, con un'unica navata e l'ingresso su Via Numea ad un livello più basso. Nel XV secolo, entrò nel cuore della città in sviluppo. Nel XVII secolo, subì importanti cambiamenti, incluso il nuovo portale orientato ad est e l'abbandono dell'ingresso originale su Via Numea. Al suo interno sono conservate numerose opere d'arte, tra cui statue e tele di grande valore storico-artistico. Nel 2016, la chiesa è stata designata Santuario della Madonna dei Miracoli.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

La Chiesa di San Giovanni Battista, completata nel 1534, ha subito varie modifiche nel corso del tempo. Nell'Ottocento, la pianta basilicale fu trasformata in croce latina e gli interni furono rinnovati in stile neoclassico, con colonne e stucchi. All'interno si trovano opere significative, tra cui un suggestivo Cristo che porta la croce, con veri capelli, nella cappella a sinistra del transetto. La chiesa ospita anche una tela raffigurante "Il battesimo di Gesù" e la statua della Madonna Assunta, capolavoro in cartapesta di Noè Marullo. La facciata della chiesa è in stile romanico, arricchita da una doppia scalinata semicircolare che conduce all'ingresso principale, fiancheggiato da due leoni in pietra.

CHIESA DI S. NICOLO'

La Chiesa di San Nicolò, originaria del medioevo e considerata la prima Matrice di Mistretta, fu dedicata a San Nicola di Bari. Nel 1500, fu ampliata e abbellita con un campanile, restaurato nel 1670. Subì un incendio nel 1818 che portò a una ristrutturazione significativa. L'interno, in stile neoclassico, conserva pregevoli opere d'arte. Il portale presenta elementi del tardo stile gotico-catalano e custodisce il simulacro dell'Immacolata, opera attribuita a Marullo. Di grande valore artistico è la pala dell'altare maggiore che raffigura San Nicolò.

PALAZZO RUSSO

Il Palazzo Russo rappresenta un esempio di architettura del XVIII secolo, caratterizzato da un portale ad arco a tutto sesto in pietra arenaria, sormontato dall’aquila rampante dello stemma nobiliare. All'interno si trova una loggia risalente a un'epoca anteriore. Il palazzo fu completato nel 1775, come attestato dalla data incisa su una pietra sotto il tetto. L'edificio venne costruito dal Barone Armao e fu acquistato dal Cavaliere Giovanni Russo circa un secolo dopo, in occasione del suo matrimonio con Remigia Catania.

PALAZZO SALAMONE

Il palazzo è stato edificato alla fine del 1800.Al centro della facciata, si trova una splendida chiave di volta scolpita in pietra, che raffigura il volto della "Grande Madre Mediterranea". Al suo interno sono presenti mezzi busti e un imponente androne, impreziosito da una scala dall'aspetto quasi cinematografico. La maestosa porta di legno è decorata nella parte superiore e dotata di due battenti raffiguranti imponenti cani da guardia.

PALAZZO SCADUTO

Il Palazzo Scaduto, costruito in stile barocco nel 1660 a Mistretta, è uno dei più antichi della città. Originariamente edificato dal Barone Pietro Scaduto, fu ampliato e ristrutturato nel tempo, passando ai Baroni Bosco alla fine del Settecento e successivamente alla famiglia Lipari. Nel 1816, il Barone Biagio Lipari aggiunse una nuova ala, e suo figlio Antonino unificò varie proprietà adiacenti in un unico grande edificio. Il palazzo presenta un portale decorato con sculture e bassorilievi, uno stemma nobiliare con un leone rampante, e una scala barocca alla "trapanese", considerata la più alta di Sicilia.

PALAZZO DI SALVO - FAILLACI

Costruito nella prima metà dell'Ottocento, il palazzo si distingue per la sua bellezza estetica e architettonica. Il portale è incorniciato lateralmente da due imponenti colonne monolitiche in stile tuscanico. Il piano nobile presenta cinque balconi adornati con elaborate ringhiere in ferro battuto. Nella lunetta centrale è rappresentato lo stemma della famiglia, con uno scudo sorretto da due angeli alati, su cui è raffigurato un leone che regge una croce sormontata da una corona.

CIRCOLO UNIONE

Quest'edificio era in sintonia con le mutevoli esigenze di una società che stava vivendo profondi cambiamenti, come la fine del feudalesimo nel 1812 e l'affermarsi di una borghesia sempre più influente, desiderosa di luoghi di ritrovo, svago e di promozione di iniziative filantropiche.

MUSEO SILVO PASTORALE

Inaugurato nel marzo 2007, il museo dedicato a Giuseppe Cocchiara, celebre antropologo, è il primo demo-etno-antropologico regionale della Sicilia. Organizzato con un approccio innovativo, il museo rappresenta le culture e le tradizioni silvo-pastorali attraverso modellini, fotografie e documenti. La collezione include anche taglialegna, carbonai e cacciatori, mettendo in luce la pastorizia come attività emblematica. Disposto in otto sale tematiche, il museo espone circa 1.500 oggetti. La sezione "Miracula in vitro" ospita una collezione di dipinti su vetro dal XVII al XX secolo.

MUSEO DELLA FAUNA E DELLO SCALPELLINO

Presenta numerosi esemplari tassidermici, principalmente dalla storica collezione "Giambona", acquisita dall'Ente Parco. Questo museo evidenzia l'attività di divulgazione naturalistica dell'Ente e mira a educare il pubblico sulla biodiversità del territorio. L'esposizione comprende varie sezioni: uccelli terrestri, fossili, mammiferi e una sala ricca di uccelli acquatici con diorami educativi. Particolare rilievo è dato alla sezione sull'avifauna della zona protetta. Il percorso inizia con specie fossili e continua attraverso diverse aree che mostrano le specie più rappresentative della fauna siciliana, terminando con l'avifauna locale. Pannelli informativi forniscono dettagli scientifici su ogni specie. Il museo ha anche una sala riunioni per incontri educativi. La direzione scientifica è stata affidata al prof. Maurizio Sarà dell'Università di Palermo, mentre l'allestimento è stato progettato dall'arch. Franco Brancatelli. Il Palazzo Lo Iacono-Portera, un edificio storico restaurato nel 2008, ospita il museo e le attività promozionali dell'area protetta.

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